lunedì 24 giugno 2013

La natività del Battista

Il 24 giugno si festeggia il cosiddetto “Natale estivo”. La Chiesa celebra la festa di tre natività soltanto: quella di Cristo, quella della Madonna e quella del Precursore. Per gli altri Santi, infatti, si festeggia non la loro nascita nella carne, bensì la loro entrata nel Cielo (chiamata dies natalis, cioè la nascita alla vita eterna).

San Giovanni Battista occupa quindi senz’altro una posizione eminente nella schiera dei Santi. Secondo la Tradizione è in Paradiso il più alto dopo la Madonna, perché assomiglia di più a Nostro Signore, e perché, anche se non fu preservato come Maria Santissima dal peccato originale, fu purificato e consacrato nel grembo di sua madre Elisabetta nel giorno della Visitazione.

Tra le personalità quindi più importanti dei Vangeli, venerato da tutte le Chiese cristiane, la sua vita e predicazione sono costantemente intrecciate con l’opera di Gesù Cristo, tanto da essere, insieme a quest’ultimo, menzionato cinque volte nel Corano.

Fu il più grande fra i profeti perché poté additare l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo. La sua vocazione profetica fin dal grembo materno è circondata di eventi straordinari, pieni di gioia messianica, che preparano la nascita di Gesù. Giovanni è il Precursore del Cristo con la parola e con la vita. Il battesimo di penitenza che accompagna l’annunzio degli ultimi tempi è figura del Battesimo secondo lo Spirito. La data della festa, tre mesi dopo l’annunciazione e sei prima del Natale, risponde alle indicazioni di Luca.

È il santo più raffigurato nell’arte di tutti i secoli; non c’è si può dire, pala d’altare o quadro di gruppo di santi, da soli o intorno al trono della Vergine Maria, che non sia presente questo santo, rivestito di solito con una pelle d’animale e con in mano un bastone terminante a forma di croce.

Senza contare le tante opere pittoriche dei più grandi artisti come Raffaello, Leonardo, ecc. che lo raffigurano bambino, che gioca con il piccolo Gesù, sempre rivestito con la pelle ovina e chiamato affettuosamente “San Giovannino”.

Attributo principale nell’iconografia è un lungo bastone da viandante sormontato da una piccola croce, con la scritta latina Ecce agnus Dei (Ecco l’Agnello di Dio, Gv 1, 29-36) a cui spesso si accompagna un agnello, raffigurato al suo fianco; è vestito con l’abito tessuto di peli di dromedario, a cui a volte si aggiunge il mantello rosso, segno del martirio.

Viene rappresentato in diversi momenti della sua vita: alla nascita, gli artisti indugiano sul delicato particolare di Zaccaria, che, reso muto dall’angelo per la sua incredulità, scrive su un libro il nome del neonato, scena nota come Imposizione del nome del Battista; bambino (San Giovannino), già vestito con una pelle di dromedario, in compagnia di Gesù e altri personaggi delle due famiglie.

La raffigurazione più frequente è, ovviamente, la scena del Battesimo di Gesù nel Giordano, sovente con in mano una conchiglia con cui versa l’acqua sul capo di Gesù, opera presente presso ogni fonte battesimale. È infine rappresentato nel momento del martirio, o subito dopo, quando la sua testa viene presentata su un vassoio a Erode, Erodiade e Salomè.


In varie parti d’Europa, nell’ambiente agricolo, accanto alla celebrazione liturgica si sono sviluppate manifestazioni ricollegabili a culti agrari e solari di origine pagana, giunte ai giorni nostri che traggono la loro origine nel fatto che, nel calendario dell’antica Roma il 24 giugno era il giorno del solstizio d’estate e segnava l’inizio della mietitura. Tra le varie manifestazioni vi era l’uso di cantare e ballare, nella notte della vigilia, attorno ad un falò (il fuoco ha funzioni purificatrici e propiziatrici); nella stessa occasione erano riconosciute funzioni propiziatrici anche all’acqua, a certe erbe, al sole nascente, per tale motivo è conosciuta anche come la notte delle streghe.